LA VOCE DELLE MANI

LA VOCE DELLE MANI, di Titti Follieri, Pendragon Edizioni, 2002, 96 pagine

Il libro è suddiviso in dieci brevi capitoli e l’autrice utilizza una molteplicità di mezzi espressivi: la fabulazione, la descrizione, il monologo interiore, il flusso del ricordo, creando una varietà di timbri per catturare il lettore in una storia rivelatrice. La narrazione ha un andamento quasi “marino” nel senso che procede a onde, in un andirivieni spaziali e temporali, fra luoghi, persone, incontri e situazioni. Dà il senso dello scorrere della vita che non è lineare ma tortuoso e sorprendente.

La Voce delle mani è anche il linguaggio del corpo, delle emozioni e delle sensazioni che nascono dal coinvolgimento totale della protagonista -Giulia- in diverse storie d’amore. La mente, il corpo,l’anima si muovono verso l’altro da sé, nel tentativo di decifrarne il comportamento, la personalità,di cogliere anche il mistero della passione amorosa…

 

 

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Il percorso delinea una sorta di educazione sentimentale di Giulia che dopo ogni esperienza , torna a sé stessa con una maggiore consapevolezza della propria identità di donna.

Alcuni incontri in particolar modo sembrano influenzare e determinare il suo destino . Tra i diversi raccontati c’è quello con uno scrittore, “un fratello di elezione, un compagno di trincea, lontano fisicamente, ma vicino alla sua anima per un’intrinseca somiglianza”; poi in un flash-back appare un viaggiatore napoletano di nome Shanti, un musicista out-sider , incapace di adeguarsi alle regole del mondo: “un generale che ha perso il comando, la truppa nonché il decoro e ha scelto una povertà un pò dandy, un pò stracciona”. Infine, Rosa, una guaritrice che porta il dono oltre che di diagnosticare e curare malattie ,anche quello di prevedere altri incontri che continueranno a segnare il “viaggio” della protagonista.

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Peso 1 kg
Dimensioni 24 × 36 × 2 cm